FOCUS ON….Il giocatore della settimana…”HISTORY”: PETER PRESS “PISTOL PETE” MARAVICH
Il FOCUS ON storico della settimana è Peter Press “Pistol Pete” Maravich, forse il più grande e creativo attaccante della storia del basket di tutti i tempi, oltre ad esser un eccezionale palleggiatore.
Nato ad Aliquippa il 22 giugno 1947, già a 2 anni aveva il pallone di basket in mano per via del padre allenatore che inventa per lui esercizi fantasiosi e duri, lo costringeva per ore ad allenarsi nel tiro e nel palleggio nelle condizioni più impossibili, come palleggiare bendati o con un guanto da forno ,o sdraiati sul sedile posteriore di un auto in movimento con lo sportello aperto.
Si allena 9 ore al giorno tutti i giorni dai 5 anni in su, e in più deve studiare ed andare bene a scuola.
Soprannominato “Pistol Pete”, per il punto dal quale faceva partire il tiro come un pistolero che estrae la pistola dalla fondina.
Normale che uno così diventi una celebrità già alle high school sfidando tutti i giocatori Universita’ allenati dal padre ovviamente battendoli tutti.
Ovviamente si iscrive a LSU dove il padre era allenatore e lì diviene un mito tanto che i tifosi rubano le sue calze appese ad asciugare.
A livello di college, è stato nominato tre volte (1968, 1969, 1970) nell’All-America First Team dalla Associated Press, che lo elegge Player of the Year nel 1970. Il primo anno segna quasi 50 punti a uscita con la squadra delle matricole, che si esibisce prima di quella titolare. Dopo aver assistito alle sue esibizioni, il pubblico torna a casa e non rimane alle partite dei titolari, nei successivi anni segna 44,2 punti a partita, supera i 50 per 28 volte, e realizza un massimo di 69.
Arriva nell’NBA agli Atlanta Hawks, per poi passare dopo ai New Orleans Jazz dove si mette in mostra come uno dei migliori giocatori della lega, con il suo gioco spettacolare fatto di entrate controtempo, passaggi dietro alla schiena, ma anche grande concretezza, con un solido tiro da fuori. Nominato nel miglior quintetto NBA nel 1976 e nel 1977, chiude la carriera nel 1980, giocando mezza stagione a fianco del giovane Larry Bird nei Boston Celtics.
Nonostante il suo grande talento individuale chiuse la carriera senza titoli. Si ritira per un infortunio alla gamba diventa molto chiuso e abbraccia religioni e pratiche orientali, dallo yoga e l’induismo, perfino all’ufologia.
Il 5 gennaio 1988,viene invitato da un giornalista ad una partita nel ginnasio di Pasadena e mentre gioca muore improvvisamente all’età di 40 anni per un infarto. Analisi successive rivelano che in realtà aveva una malattia congenita mai diagnosticata: non aveva l’arteria coronaria sinistra, in pratica non avrebbe mai potuto giocare figuriamoci fare quello che ha fatto.
Nel maggio 1987, a 39 anni, è stato inserito tra i membri del Naismith Memorial Basketball Hall of Fame: è il più giovane giocatore della storia ad essere stato premiato con tale riconoscimento. Nel 1996, a otto anni di distanza dalla morte, Maravich viene inserito dalla NBA nell’elenco dei 50 migliori giocatori della storia della lega.
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@gianlucaeandrea8